VILLA NICOLAI ed i NICOLAI da Monteprandone del Prof. Avv. Mauro Rosati di Monteprandone |
Una villa poco conosciuta ai più è VILLA
NICOLAI a Centobuchi di Monteprandone in quel di Ascoli. In un catasto di Monteprandone del 1753 si parla di un palazzo di "cento busci" o "cento buche" così richiamando un edificio con merlature ed apparentemente dei buchi, tipici degli edifici antichi ove erano poste le travi di legno utilizzate durante la costruzione. Questa sicuramente è la derivazione del topomonimo odierno di "Centobuchi" frazione del Comune di Monteprandone. L'edificio allora proprietà dei Marchesi Odoardi aveva una forma quadrata ed era utilizzata per il controllo del territorio come quello analogo sempre degli Odoardi in Castel di Lama (*). Monteprandone è una delle più antiche terre della Marca e patria di S,Giacomo della Marca., attivissimo predicatore e giurista proclamato santo da Benedetto XIII nel 1726. Le prime testimonianze scritte riguardanti il castello di Monteprandone datano l'anno 1039 allorché Guido detto il "Massaro " e suo fratello Longino figli di Guido detto "leporis" donano alla abbazia di Farfa alcuni beni situati nel comitato fermano tra cui il "...castello de Monte Prandonis cum ecclesia Sancti Nicolay". La tradizione vuole che il nome dato al castello fosse quello di un cavaliere(Prandone o Brandone) di stirpe franca giunto nell'800 in Ascoli al seguito di Carlo Magno. L'8 giugno 1292 Monteprandone si sottomise alla città di Ascoli ottenendone in cambio protezione e difesa. Infatti negli statuti si precisa a proposito della nomina del "podestà" o "vicario di primo grado" che lo stesso dovesse essere necessariamente un "idoneus, sufficiens et probus vir" della città di Ascoli intendendo vari commentatori di diritto nobiliare, con tali accezioni, ben specificate dagli statuti, la prova della ascrizione al patriziato ascolano. Vari sono i palazzi all'interno delle cinta muraria: il Palazzo Campanelli, Montani, Sari, Parissi, Peroni poi Pirri Solimei, Rosati e Pelagalli, famiglie tutte tra di loro collegate da vincoli parentali. Come magistralmente racconta in un articolo,sulla villa Nicolai, Adele Anna Amadio tra il 1817 ed il 1829 i conti Arpini di Ascoli fecero costruire un casino di caccia e verso la fine dell'800 fu venduto a Giovanni Tranqulli di Ascoli. Questo ultimo era socio con Antonio Silvestri ed alla prematura morte del socio, divenne tutore dei figli e regalò alcune proprietà ad Iraude Silvestri sposata con il marchese Diotallevi di Rimini e nel 1912 in occasione delle nozze del proprio figlio,Adauto Diotallevi ebbe a donarla proprio allo stesso. Il marchese Adauto Diotallevi non avendo figli nominò erede il dott. Vincenzo Nicolai, laureatosi in Agraria ed Amministratore delle sue proprietà. Dal dott. Vincenzo Nicolai la villa passò agli attuali figli, dott. Carlo e Giacinto Nicolai. Il casino ottocentesco a due piani aveva l'ingresso principale a nord dove passava la vecchia Salaria. Le pareti sono in mattone a faccia vista e le finestre del secondo piano di forma rettangolare sono sormontate da frontoni aggettanti ad arco. Un grande portale bugnato in asse con l'ingresso della villa e due aperture ad arco permettono ancora oggi la comunicazione con il piazzale a sud della villa e con il parco. La facciata ricevette una decorazione pittorica su tre fasce orizzontali
estesa ai lati minori. |
(*) I marchesi Odoardi
della Lama estinti nei Sacconi e famiglia Diamanti.
(**) sono le seguenti: Boccabianca e Castellani Boccabianca, bovara, Caioni, Campanelli,Cappella, Cardani, Carminucci, Castellano, Censori, Cocci e Cocci Grifoni, Domizi, Emiliozzi, Grifoni,Laurenti, Massi, Neroni, Nicolai, Pezzoli, Peroni, Rosati ,Sari, Speca, Vagnarelli, Volpi. |