IL
MATRIMONIO DEL PRINCIPE EREDITARIO di Alberto Casirati da TRICOLORE, Organo dell'Istituto della Real Casa di Savoia-onlus Roma, 25 settembre 2003 |
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Numero 5,
27 ottobre 2003 (DOWNLOAD
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Numero 6, 3 ottobre
2003 (DOWNLOAD
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E' stato un vero e
proprio evento, sotto tutti i punti di vista. Chi ha potuto intervenire
alle nozze del Principe Emanuele Filiberto di Savoia con Clotilde Courau
ha avuto il privilegio di vivere un momento commovente, autentico in tutti
i suoi aspetti e molto significativo. Non si è trattato del "solito"
matrimonio pomposo e sfarzoso fino all'eccesso, ma di una cerimonia elegantissima,
sobria come la vera eleganza richiede e, soprattutto, vera. Una cerimonia
durante la quale l'autenticità dei sentimenti ha prevalso su ogni
altro aspetto, incentrata sul vero elemento portante: l'amore degli sposi
vivificato dalla Grazia di Dio, che si comunica attraverso il Sacramento
del matrimonio. Persino gli organi di stampa se ne sono accorti. Emanuele
Filiberto e Clotilde si amano davvero e hanno voluto che questo loro amore
si trasformasse, mediante il Sacramento del matrimonio, in Grazia santificante,
per loro stessi e per i loro figli. Una realtà unica e bellissima,
che traspariva da ogni gesto degli sposi. Ho avuto il privilegio di assistere
al loro arrivo in chiesa molto da vicino: le espressioni dei loro volti
tradivano un'emozione fortissima, compresa immediatamente e rispettata da
tutti i presenti, che hanno partecipato alla cerimonia con commozione. Confesso che, quando ho visto la futura sposa scendere dall'auto, accolta dal nostro Segretario Nazionale, istintivamente un pensiero mi ha attraversato la mente: "…ora capisco perché il Principe se n'è innamorato…". Clotilde era davvero splendida: emozionata e raggiante, come dovrebbe essere ogni sposa, bellissima nell'abito disegnato da Valentino, che anche questa volta è riuscito a dare una vera e propria lezione di stile e d'eleganza. Ma prima dei due sposi, naturalmente, sono arrivati i Principi di Napoli, anche loro visibilmente emozionati, com'è giusto e naturale che sia. Sono entrati nella Basilica accompagnati da uno scrosciante applauso, spontaneo perché poco protocollare, di quelli che commuovono anche le pietre. Ero in fondo alla chiesa in quel ... momento e vi assicuro che il colpo d'occhio era davvero unico: la meravigliosa cornice architettonica e artistica della basilica michelangiolesca ornava nel modo più appropriato le manifestazioni di un evento davvero storico; in un certo senso, forse, è stato proprio quello il momento in cui il rientro delle LL.AA.RR. nella loro Patria ha trovato il suo suggello definitivo. Impeccabile ed elegantissima (molto bello il vestito della Principessa Marina), la coppia reale sembrava intraprendere, proprio in quel momento, un cammino di vita per molti versi radicalmente nuovo. Poi l'arrivo del Principe Ereditario, salutato da un applauso ininterrotto di più di due minuti, sulle note della "Marcia religiosa" per organo di C.W. Gluck. Pochi minuti dopo, ecco la futura Principessa di Piemonte e di Venezia, accompagnata dal padre sulle note dell' "Allegro maestoso" per tromba e organo di A. Corelli. Un lungo, spontaneo applauso dei presenti ha accolto nel modo migliore la futura Consorte del nostro Presidente d'Onore. Chi mi conosce bene sa che, soprattutto in pubblico, non mi commuovo facilmente. Eppure, vedendo Clotilde Courau incedere verso l'altare, non ho potuto farne a meno. Nel mio cuore si sovrapponevano stati d'animo e pensieri diversi: di speranza, con l'augurio più sincero di felicità agli sposi; di gratitudine, perché, pur sapendo di complicarsi la vita, avevano deciso di sposarsi nella nostra, e loro, Patria, dando la possibilità anche a me, italiano qualsiasi, di assistere alle loro nozze, nello stesso tempio dove Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena iniziarono una storia d'amore lunga oltre mezzo secolo. Come un quotidiano nazionale ha ben intitolato, stavamo assistendo alle nozze fra gli "Sposi d'Italia". Infine, un sentimento d'ammirazione per i Principi di Napoli e di continuità storica: "una parentesi si è chiusa", pensai, "è costata tanta sofferenza, soprattutto ai Genitori dello sposo, ma ora si ricomincia!". Oltre venti sacerdoti, fra i quali molti nostri soci piemontesi, assistono il Cardinale Pio Laghi e due diaconi portano i paramenti sacri ricavati dall'abito nuziale della Regina Elena, offerti da Re Umberto II in occasione del 70° anniversario delle nozze di suo Padre e restaurati nel 1993 dall'Associazione Internazionale Regina Elena. Centinaia di soci e dirigenti di questa benemerita Associazione hanno accompagnato il loro Presidente internazionale, S.A.R. il Principe Sergio di Jugoslavia, e il loro Presidente nazionale, Ennio Reggiani. Fuori dalla basilica la gente attendeva pazientemente, chiedendosi se il "sì" fosse già stato pronunciato. Si è stimata la presenza di circa 10.000 persone. Gente semplice, ma non solo curiosa: non si affronta per quasi cinque ore il sole romano, in una giornata davvero calda, solo per curiosità. E non è solo la curiosità che fa attendere così a lungo, con pazienza, senza schiamazzi, senza provocare disordini di alcun genere. Anche fra la folla, il rispetto e la commozione per l'evento che tutti stavamo vivendo, seppur da comprimari, prevalevano su tutto. La saggezza popolare sa bene che Casa Savoia e l'Italia sono indissolubilmente legate e che i discendenti di Re Umberto II hanno ancora molto da offrire alla Patria. In chiesa molte personalità, sia istituzionali sia della nobiltà romana, nazionale e internazionale. Un'accoglienza entusiasta è stata riservata a S.A.R. la Principessa Maria Beatrice di Savoia e alle numerose rappresentanze delle seguenti Case: LL.AA.RR. la sorella e la cugina del Re del Marocco, il Capo della Casa d'Assia con la Principessa Mafalda, i Principi Sergio ed Elena di Jugoslavia, i Principi Ereditari di Monaco e delle Due Sicilie, LL.AA.II.RR. le Principesse Natasha di Russia e Sofia d'Asburgo, S.A.R. il Principe Paolo di Romania, LL.AA.SS. il Principe Mariano Ugo Windisch-Graetz con la Principessa Madre e il fratello Manfredo, il Principe Don Paolo Boncompagni Ludovisi con il figlio; la Contessa Maria Ludovica Calvi di Bergolo con le nipoti, oltre alle principali famiglie romane, dai Massimo ai Colonna. I giornali hanno, erroneamente, insistito molto sulla mancanza di "teste coronate" (così le hanno definite), senza capire, comunque, quello che lo sposo aveva già fatto presente sin dall'inizio: e cioè che la cerimonia avrebbe dovuto soprattutto essere autentica e non solo un fatto mondano o protocollare. Gli inviti sono stati spediti a tutti i parenti dello sposo, anche a quelli più lontani. I tempi brevi non hanno consentito a tutti di presenziare o di farsi rappresentare e hanno dato modo a chi desiderava trovare una scusa per non partecipare di trovarne una, almeno formalmente plausibile. Anche questo è "savoir faire"... Sono intervenuti anche diversi componenti del Parlamento italiano ed europeo (incluso l'On. Gianni Letta, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri), unitamente ai rappresentanti delle Regioni, delle Province e delle città: appartenenti a schieramenti politici diversi ma riuniti dall'eccezionalità dell'evento e dal comune senso della Storia. Non va naturalmente dimenticata la presenza di un folto gruppo di membri della vera Consulta dei Senatori del Regno e dei massimi dirigenti delle organizzazioni monarchiche legate dal "Patto di collaborazione" al nostro Istituto: l'Associazione Internazionale Regina Elena, il Movimento Monarchico Italiano e l'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon. E' stato un piacere per chi scrive notare la presenza del Prefetto, del Gran Cancelliere e del Presidente della Giunta dell'Ordine Costantiniano di S. Giorgio, del Cancelliere del Corpo della Nobiltà Italiana, del Consiglio, della Giunta, dei Delegati e degli insigniti degli Ordini Dinastici, dei figli e nipoti di Gianni di Santaseverina e di Alfredo Covelli e di Alessandro D'Acquisto, fratello del Vice Brigadiere dei Regi Carabinieri Salvo D'Acquisto, M.O.V.M. Giunge il momento più commovente: il rito del matrimonio. Dopo aver chiesto l'assenso esplicito di suo padre, voltandosi verso lui e ottenendo un inequivocabile cenno di conferma dal Capo della Casa, il Principe Ereditario prende la mano destra di Clotilde. Durante il pronunciamento della formula del consenso, la voce degli sposi è scossa da un leggero tremolio. Clotilde si esprime in italiano, con una dolcezza particolare. Poi lo scambio degli anelli e il tenerissimo bacio, che dà il via all'applauso, spontaneo e vibrante, di tutti i presenti. Chi si è guardato attorno in quel momento ha notato molti occhi lucidi… Prima della benedizione finale, il Card. Pio Laghi dà lettura del messaggio inviato da S.S. il Papa Giovanni Paolo II, nel quale, rivolgendosi a "Sua Altezza Reale Emanuele Filiberto di Savoia", il Sommo Pontefice imparte di cuore la Sua benedizione apostolica e invoca copiose grazie divine sugli sposi e su tutti i partecipanti alla cerimonia. Al termine, gli sposi s'inchinano ai Principi di Napoli e, poi, ai genitori di Clotilde. Quindi si avviano verso l'uscita della Basilica,accompagnati dalle note dell' "Allegro" di H. Purcell per tromba, archi e organo. Ancora una volta, mi passano vicinissimi e posso osservarli con calma: sono felici ed emozionati. La tenerezza con la quale la sposa si stringe allo sposo e con la quale egli la sorregge sono evidenti, così come la commozione sul viso dei Principi di Napoli. Pazientemente, gli invitati si avviano verso l'Hotel Exedra, dove, secondo il programma annunciato da tempo, è stato allestito un drink per 500 invitati, il massimo numero di persone consentito dalle caratteristiche della terrazza dell'hotel. Gli altri, tutti, hanno potuto salutare a lungo gli sposi nella "hall" dell'albergo. Squisito lo spumante scelto dallo sposo: prodotto dalla cantina piemontese Giulio Cocchi, fondata in Asti nel 1891, è stato servito in bottiglia commemorativa, fatta preparare dall'Istituto della Reale Casa di Savoia, che ha curato l'organizzazione dell'evento. Ottimo il buffet e meravigliosa la vista panoramica, che comprende, proprio di fronte, la storica Basilica michelangiolesca, costruita sulle terme di Diocleziano. Al momento prestabilito, ecco i Principi di Piemonte e di Venezia salire in terrazza, per un saluto agli invitati al drink. Poi, il trasferimento a Palazzo Ruspoli, ospiti dei Conti D'Amelio, per il pranzo nuziale, riservato ai parenti e agli amici stretti. Passeggio ancora per qualche minuto sulla terrazza, sorseggiando un po' di spumante e, fra una battuta e l'altra con i numerosi amici che incontro, cerco di comporre ordinatamente e di fissare in me gli stati d'animo e i ricordi che affollano il mio cuore e la mia mente. E' stata davvero la vittoria dell'amore, grazie al quale, nuovamente, un Principe Ereditario Sabaudo sceglie una sposa francese. Una giornata davvero unica, che non potrò mai dimenticare. |
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INTERVISTA
A S.A.R. IL PRINCIPE VITTORIO EMANUELE DI SAVOIA tratta da: "Chi" n.41, 8 Ottobre 2003 Roma, settembre 2003 |
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"La verità? Mi sento
felice e sereno come non lo sono mai stato. Le nozze di Emanuele sono andate
nel migliore dei modi. Loro due sono una bellissima coppia, innamorati l'uno dell'altra e stanno per avere un figlio: che cos'altro di più potrei desiderare?". Lo dice a "Chi" Vittorio Emanuele di Savoia il giorno dopo il matrimonio del figlio, con 1.360 persone dentro la chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri e diverse migliaia fuori, in piazza, ad attendere il passaggio degli sposi e degli invitati.E c'è da credergli, a giudicare dal sorriso e dagli occhi azzurri più brillantidel solito. Insomma, principe, è proprio soddisfatto? "Certo, anche perché penso al mio stato d'animo ieri: ero talmente teso ed emozionato che, poche ore prima della cerimonia. sono stato male, ma era solo stress. Marina e io abbiamo partecipato al cento per cento alle nozze di mio figlio. Poi tutto è andato bene, perfetto. E noi siamo contenti, contentissimi". La gente, i romani come vi hanno accolti? "Con un affetto e un calore che mi hanno commosso. Ho parlato con gli uomini della Digos preposti alla sicurezza e mi hanno detto che fuori dalla chiesa c'erano seimila persone... Seimila persone in piazza della Repubblica". Sorride il principe, rivelando lo stesso spirito, tra l'ironico e l'autoironico, di sua madre Maria José, quando pensa alla toponomastica un po' paradossale, considerando la natura dell'evento e la storia della sua famiglia. "Davvero, per me questa accoglienza spontanea vale più di tutto. Ho passato tanti anni lontano dal mio Paese e dagli italiani, sa?". Che cosa avrebbe pensato l'ultima regina di queste nozze? "Sono certo che ne sarebbe stata felice, perché completamente nel suo genere, moderno, anticonformista. Poi mamma, appassionata di musica, avrebbe adorato la messa cantata". Però, la sposa non è nata principessa, sottolineano i denigratori e anche un piccolo gruppo di monarchici che sostengono le pretese dinastiche del duca d'Aosta. "Senta, Clotilde è una donna eccezionale e al matrimonio ha sostenuto il suo ruolo in modo encomiabile, nel profondo rispetto delle tradizioni della nostra famiglia. Mi ha molto colpito il momento in cui lei e mio figlio si sono giurati fedeltà eterna. Emanuele ha letto la promessa dal libricino, lei invece l'ha recitata a memoria, in perfetto italiano. Eppure non conosce una parola della nostra lingua. Ha usato in pieno tutta la sua professionalità, perché è un'ottima attrice, un'interprete di teatro più che di cinema. E sono sicuro che questa sua esperienza le sarà sempre di grande aiuto". Quindi guarda con ottimismo al futuro di Emanuele e Clotilde? "Sì, perché ho fiducia nei loro sentimenti. Sono contento che abbiano acquistato una piccola casa vicino alla nostra a Vesenaz. Ora Marina e io daremo loro una mano per arredarla". Tanti hanno rimarcato pure l'assenza di teste coronate. "La loro presenza non era certo indispensabile perché fosse un giorno di gioia. Poi, non dimentichi che tutto è stato organizzato in gran fretta". Neppure sua sorella Maria Gabriella è venuta. "Già, il perché però dovrebbe chiederlo a lei. Forse era stizzita per delle ragioni sue. So, invece, che Maria Pia avrebbe voluto essere qui, ma purtroppo suo marito sta molto male, anzi a lui va il mio pensiero affettuoso. Sono stato felice di vedere Maria Beatrice e sua figlia accanto a noi a questa cerimonia. entrambe ci hanno dimostrato grande affetto". A "Chi" risulta che Juan Carlos, suo caro amico di vecchia data, era in Italia il giorno delle nozze, eppure non è venuto. Potrebbe esserci Maria Gabriella dietro questa scelta, come sospetta qualcuno? "D'istinto risponderei: "Sicuro". Ma chissà. Anche questo è un quesito che bisognerebbe porre direttamente a lei. Ripeto, mia moglie, io. mio figlio e mia nuora sono così contenti che niente e nessuno può turbare questa felicità". Che cosa ha scritto nella sua lettera di auguri, il capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi? "Non ricordo le parole esatte, ma mi è rimasto bene impresso il contenuto, perché mi ha fatto veramente piacere. Il presidente, che era stato invitato alle nozze, ci ha scritto che si scusava perché non poteva intervenire, ma voleva augurare agli sposi "con tutto il cuore" ogni felicità "per tutta la vita"". Visti i buoni rapporti con le autorità italiane, si dice che sia imminente il ritorno delle salme dei suoi genitori e dei suoi nonni "Posso confermarle che questo è il primo punto al quale ci dedicheremo dopo il matrimonio. E spero che l'obiettivo venga realizzato al più presto". Che consiglio ha dato a suo figlio prima del sì? "Gli ho detto che deve innanzitutto fumare di meno. Il giorno della cerimonia era così nervoso che accendeva una sigaretta dopo l'altra. Ora sta per diventare papà…E io nonno, se ci penso non sto più nella pelle per la gioia". Ci saluta il Principe. Lo aspettano per la trasferta fiorentina con la moglie e gli sposi, poi quattro giorni a Milano per lavorare al nuovo assetto degli Ordini dinastici, con l'avvocato Lodovico Isolabella e altri stretti e fedelissimi collaboratori. |
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UN NUOVO CICLO DI CONVEGNI PER CONOSCERE LA MONARCHIA | |
L'anno 2003 è pieno di
nuovi significati e di date memorabili per Casa Savoia: il compimento del
suo primo millennio, il rientro in Patria, il matrimonio di S.A.R. Emanuele
Filiberto e l'apertura delle celebrazioni per il primo centenario dalla
nascita di S.M. Umberto II. Quale anno migliore, dunque, per organizzare
una serie di convegni tesi ad approfondire gli aspetti principali della
Monarchia Costituzionale? Gli osservatori più attenti hanno già
notato un notevole risveglio d'interesse per i temi monarchici e non solo
per quelli di taglio storico. Sempre più italiani desiderano conoscere
meglio la natura di una monarchia moderna e, anche allo scopo di venire
incontro a queste esigenze, l'Istituto della Reale Casa di Savoia ha organizzato
questa serie di convegni, incentrata su tre cicli principali, dedicati ad
altrettanti temi: la funzione della Monarchia Sabauda nel processo d'unificazione
nazionale, le caratteristiche istituzionali e rappresentative della Monarchia
e la funzione storica delle Dinastie nella realtà attuale italiana
e mondiale. Si tratta, com'è facile intuire, di argomenti di ampio respiro, che speriamo saranno in grado, anche grazie alla competenza dei relatori, di stimolare un dibattito scientifico e costruttivo in merito, scevro, per quanto possibile, di inutili e dannosi pregiudizi o di sterili polemiche di parte. Lo scopo è quello di giungere, attraverso i necessari approfondimenti, ad una visione anche razionale, oltre che emotiva, dell'istituzione monarchica, apprezzandone i pregi in un'ottica di sereno confronto d'opinioni. Molte le città interessate, sparse in tutta la penisola, come potete vedere dal programma che pubblichiamo in anteprima e che, perciò, potrà subire qualche variazione per evidenti ragioni organizzative. Fra i relatori molti esperti di spicco, garanzia sicura della miglior riuscita dell'iniziativa. Che, però, ha bisogno anche della nostra adesione: non si finisce mai d'imparare e, soprattutto in questi tempi di revisionismo non sempre obiettivo e scientifico, è necessario essere pronti a sostenere le proprie tesi con approfondita cognizione di causa, il che fa di questo ciclo di convegni un'occasione da sfruttare appieno. Naturalmente, tutte le conferenze sono aperte al pubblico e gratuite e godono dell'appoggio, grazie anche all'elevato livello culturale che promettono, delle autorità politiche ed amministrative locali. Coordinati dall'On. Alberto Lembo, esperto oratore e profondo conoscitore delle tematiche monarchiche, i relatori si sforzeranno di uscire dal quadro vetusto della tradizionale divulgazione monarchica, per concentrarsi, con piglio scientifico, su argomenti veramente importanti, suscettibili di dare, nel loro complesso un quadro il più possibile completo dell'istituzione monarchica. All'approssimarsi di ogni convegno, verranno comunicati i dettagli organizzativi, allo scopo di consentire, a chiunque desiderasse partecipare, di farlo nel modo migliore. ….. (omissis) Alberto Casirati |
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PROGRAMMA:
PRIMO CICLO SECONDO CICLO TERZO CICLO |