Nel lungo corso dei secoli, specie dal '500 al '700. assai ragguardevole è il numero dei marchigiani elevati alla suprema dignità della sacra porpora, molti dei quali, dotati di particolari capacità di governo oppure di elevate doti di spiritualità o di cultura, furono chiamati a ricoprire le più eminenti cariche nonché i più prestigiosi uffici nella curia romana. Tra questi emerge indubbiamente la figura del maceratese Mario Compagnoni Marefoschi (1714-1780). Pronipote del cardinale Prospero della stessa famiglia', non appena ultimati gli studi primari nella città natale, si trasferì nella capitale per entrare nella prelatura e Viter da lui compiuto fu tra i più rapidi e brillanti, fino al conseguimento nel 1770 della nomina cardinalizia. Non è di pertinenza del presente lavoro il riferire sui fatti che furono al centro delle attività dipendenti dai numerosi ed onerosi incarichi da lui ricoperti, basti accennare al ruolo principale che lo vide tra i più convinti fautori dell'espulsione dei Gesuiti, quale effettivo autore di quel motu-proprio papale che segnò appunto il capitolo conclusivo per ogni speranza di salvezza e di recupero per i seguaci della Compagnia mani trattamenti adottati in tale contingenza nei riguardi di parecchi mèmbri di questo Ordine, il Marefoschi benché "interamente dedito ai francesi e dagli spagnoli", come viene definito dal Pastor. ne divenne da acerrimo nemico, il principale protettore. Ciò depone senz'altro a favore di un'umanità e di un profondo senso di giustizia nettamente al di sopra delle umane passioni anche in momenti di esasperala conflittualità derivante forse da interessi di carattere politico-economici più che da reali esigenze di stampo ecclesiastico-spirituale. realtà di cui se ne avrà un'ampia conferma nei numerosi testi raccolti nella biblioteca dei cardinale, tutti consacrati a tate determinante vertenza. Se però le indubbie facoltà di abile politico servirono non poco a facilitargli una celere ascesa alle più ambite mete dell'amministrazione del governo pontificio, altrettanto vantaggiosa gli fu la meritoria fama di studioso che già, sin dai primi passi da lui intrapresi nella prelatura, aveva saputo acquisire nel fervido mondo culturale della Roma di Benedetto XIV. rifiorito a nuova e rigogliosa vita in ogni campo della civiltà del sapere ad opera principalmente dello stesso pontefice, cultore ed amante di ogni espressione legata appunto a facoltà intellettive di larghissima gradazione e di aperti princìpi non ceno limitati da presupposti di angusto rigorismo. Fu lo stesso pontefice, sempre attento a vagliare e. nel caso. a porre nel giusto rilievo gli elementi più dotati della euria vaticana, ad intuire il valore culturale del giovane prelato maceratese, tanto da nominarlo precettore e educatore dell'aneor più giovane neoeletto cardinale di York ossia Enrico Stuart secondo figlio del pretendente alla corona inglese, allora in esilio a Roma. E' nota l'incondizionata simpatia e la patema protezione che papa Lambertini concesse, per l'intera durata del pontificato, alla famiglia dello sfortunato monarca dì cui fu sempre strenuo difensore e generoso sovventore, fino ad occuparsi degli affari interni riguardanti i giovani discendenti della stirpe regale e della loro educazione. E dei molivi che lo avevano indotto a tale impegnativa scelta, il papa ne da particolareggiata notizia all'amico cardinale di Liune de Tencin in una lettera del 23 agosto 1747:
" ...nella Sua tetterà dei ire Ella parìa del cardinale di Yorck... che si è bene applicato allo sfittilo, avendo il capitale delia fingila latina ed un buon ingegno, ed avendo Noi procurato di dare ai prelati Antonelìi e Marefoschi l'idea d'uno studio proprio per un simile personaggio..."
Quindi, essendo venuto a mancare nell'agosto del 1761 il titolare del Segretario della Congregazione dei Riti, Benedetto XIV nel conferire al Marefoschi tale incarico, ne informa l'amico de Tencin in questi termini:
"... è morto monsignore Patriarca Cervini secretano de'Rili in eia di anni 88. Pendiamo di dargli per successore monsignor Marefooschi. prelato molto studioso e che è in grado di servir bene.."
Infine, con un'ulteriore lettera del 12 aprile del medesimo anno, sempre inviata allo stesso, il pontefice comunica che a causa degli onerosi impegni relativi alla nuova carica, il Marefoschi o costretto a rinunciare al mandato tino ad ora esercitato presso il cardinale di Yorck.. Ma con questo gli stretti rapporti che lo legano ai destini degli esuli Stuart non sono affatto conclusi, anzi. in prosieguo di tempo, diverranno sempre più stretti, e lo vedranno strenuo ditensore di quei privilegi e di quelle regali prerogative che papa Lambertini aveva loro concesso ma che. al contrario, il suo successore non intendeva affatto mantenere. Tale intrinseca e reciproca familiarità ebbero, nel 1772. la più indiscutibile affermazione, con la celebrazione del matrimonio del pretendente con Luisa Massimiliana von Stolberg nel palazzo di famiglia a Macerata messo a disposizione dai Compagnoni Marefoschi per l'aulica occorrenza. Per restare in argomento, va detto però che non si trattò certamente di un'occasionale circostanza ma di un evento che aveva in precedenza coinvolto le cancellerie delle principali nazioni europee di fede cattolica. prima fra tutte quella di Versailles, riunite per un comune intento diretto a contrastare alla protestante famiglia degli Hannover il trono della Gran Bretagna da loro usurpato alla stirpe degli Stuart unica depositarla di un incontestabile e legittimo diritto derivante da una secolare tradizione. Inutile far rilevare che soprattutto in tale particolare e delicata congiuntura, il ruolo giocalo dal Marefoschi fu di primo piano. determinato senza ombra di dubbio dall'indiscusso ascendente che gli veniva universalmente riconosciuto in seno alla curia romana, più che mai interessata ad un sia pure ipotetico ripristino della antica dinastia con il conseguente auspicato ritorno del cattolicesimo nell'interarea britannica. Nonostante questa onerosa attività a tutto campo nel complicato ambito della diplomazia internazionale e della non meno intricata politica all'interno della corte papale che richiedeva operosità e destrezza in ogni passo da compiere nonché estrema avvedutezza onde evitare le pericolose insidie di cui era abbondantemente cosparso l'arduo cammino verso il conseguimento delle più eccelse posizioni, continua a persistere nel Marefoschi un elemento primario, quello cioè dettato da un'estrema propensione allo studio ed all'interesse per ogni componente relativa alla cultura in senso generale, non soltanto sotto il profilo della mera spiritualità propria all'uomo di chiesa, ma aperta ad ogni altro ramo dello scibile.