A tutti è ben noto il caotico stato in cui si è venuti a trovare al momento dell'unita' d'italia allorchè si dovette valutare con norme univoche l'appartenenza al ceto nobiliare di famiglie aristocratiche esistenti nei vari Stati pre unitari. Nello stato della chiesa la confusione era massima in quanto diverse erano state le condizioni politiche e sociali degli statarelli assogettati a vario titolo e con condizioni differenti dai vari Papi. I titoli riconosciuti e concessi in tale stato avevano motivazioni e diverso valore da caso a caso:infatti la chiesa avendo sempre bisogno di denaro concesse vari feudi al fine di saldare debiti contratti con grandi banchieri e molti titoli furono elargiti o riconosciuti per meriti non sempre confessabili. Tale stato di cose trovava ulteriore conferma nella circostanza che essendo lo stato pontificio una monarchia elettiva era soggetto piu' di un altro stato o territorio alla alternanza dei gruppi di potere, mutamenti sostanziali e sovvertimenti della classe dirigente Ad una nobilta' feudale locale si perviene ad una nobilta' confluita nella res pubblica oligarchica aristocratica in parte rappresentata da quella cortigiana imposta da Roma e rappresentata da rami cadetti di gran di famiglie nonché da classe mercantile quasi mai d'origine plebea giunta attraverso la ricchezza ed il potere economico agli alti gradi della nobilta'. Esaminando i documenti del Gren Priorato di roma del SMOM dal 1600 al 1850 vediamo che a seconda delle varie citta': OSIMO, RECANATI, MACERATA, ASCOLI, FERMO, ANCONA, CAMERINO, CINGOLI, JESI, troviamo gruppi di famiglie documentate direttamemnte in quanto ammesse in via principale ed altre in via secondaria quali quarti nobiliari. Fra queste troviamo i conti BONACCORSI con domenico 1741, simone 1711, luigi 1727 nonché i quarti: PARISIANI e BOURBON DEL MONTE. Erano state ammesse con 95 cavalieri di giustizia.per 49 famiglie picene. Nonostante l'interessamento per l'ordine gerosolomitano di s.giovanni battista da parte delle famiglie picene la cui tradizione militare era molto sentita, è certamente di rilievo che molte privilegiassero l'ordine di S.stefano. Tant'è che molte famiglie picene istituirono nelle loro citta' dei Priorati dell'ordine come a Fermo nel 1568 da parte di Giovanni Paolo de' Nobili. Dall'elenco delle famiglie dei tre avi oltre il paterno dei 95 cavalieri piceni si rileva la presenza negli archivi dell'ordine della documentazione della status nobiliare di immumerevoli altre famiglie locali della cui nobilta' generosa fu eseguito un accurato esame processuale e che pur tuttavia non compaiono talvolta nell'elenchi ufficiali. Su tale circostanza sara' interssante effettuare uno studio apporfondito in qaunto dagli stessi potranno essere tratte interesabnti notiizie di storia politica ed economica della Regione.
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