studio pubblicato "numero unico" realizzato in occasione della mostra dei KUOROI GRECI, già appartenuti alla Famiglia Briganti Bellini
TESTA DI KOUROS Auximi in Domo Belliniana, Edizioni de Luca A cura di Maurizio Landolfi, archeologo funzionario della Soprintendenza Archeologica di Ancona NDR, Palazzo Briganti Bellini- Osimo Banca Popolare di Ancona Associazione delle Dimore Storiche Italiane- Sezione Marche (pagina 4)
"...................il suo palazzo, in via dell'antica Rocca n° 6, ove si conservano frammenti di sculture romane che decorano le pareti della scala e del vestibolo: una biblioteca con incunaboli e codici miniati etc... ha importante interesse ed è quindi sottoposto alle disposizioni ... della legge 20 giugno 1909 n. 364". Con queste semplici ed efficaci parole il Ministero della Pubblica Istruzione notificava al sig. conte Fabrizio Briganti Bellini, il 9 maggio 1917. l'importante valore storico-documentario del palazzo di sua proprietà, ubicato nel comune di Osimo- E' interessante notare che nel dispositivo di vincolo è fatta esplicita menzione ai reperti d'epoca romana presenti nel palazzo. agii incunaboli e ai codici miniali della biblioteca. Fin dal 1917- quindi, pur mancando un elenco dettagliato del beni presenti, è riconosciuto il valore del palazzo nel suo complesso, compresi tutti gli oggetti di carattere storico-culturale in esso contenuti, il collezionismo ottocentesco, la cultura del bello e dell'antico e rimpianto architettonico sono ufficialmente riconosciuti, dallo stato italiano, come unico episodio meritevole di tutela e conservazione. Il palazzo Briganti-Bellini, nell'attuale conformazione, è il risultato dei vari interventi di restauro realizzati nel 1776 dall'architetto Andrea Vici 1.1743-1817) che ha lavoralo, con incarichi di primo piano, nell'arca romano-marchigiana; professionalmente e culturalmente si e formato a Roma nello studio dell'architetto Murena, allievo diretto del Vanvitelli, e a Caserta quale collaboratore diretto del Vanvitelli stesso. Fra le opere progettale dall'architetto Vici nelle Marche, e maggiormente conosciute si ricorda. oltre al palazzo Briganti -Bellini, la chiesa del Sacramento di Offagna (AN); la sistemazione di parte del palazzo Campana di Osimo: il riordino della villa Montegallo di Osimo; la sistemazione della piazza centrale di Treia e delia cattedrale; la villa Luzi a Voltalarca nel comune di Treia. Il palazzo Briganti Bellini, a livello urbanistico è situato nel cuore del centro antico, posto ad angolo fra la piazza del Municipio e la via dell'Antica Rocca. Strada quest'uitima che unisce la piazza del Municipio con la piazza del Duomo. Questa particolare disposizione ha determinato, a livello architettonico, un imponente edifìcio impostato su tré livelli fuori terra e con due prospetti, posti ad angolo retto. entrambe considerati come "principali". Infatti- ambedue le facciate hanno avuto una definizione architettonica impostata su un impianto compositivo di derivazione classica di grande decoro e rigore. Sono ancora presenti, ed arricchiscono il complesso architettonico, elementi di derivazione barocca I balcone d'angolo, portale in laterizio via Antica Rocca). Il prospetto su piazza del Municipio, come quello sulla via dell'Antica Rocca- è realizzato con paramento murario in laterizio a faccia vista ed e definito, nella parte bassa, da un basamento a bugna che gli conferisce un aspetto solido e austero. Nella parte alta è completato e detinito da un cornicione di stile eclettico, che ripete la tripartizione classica delle trabeazioni, composta da architrave, fregio e cornice e riferibile, dalla definizione del fregio, allo stile Dorico. L'impianto del prospetto, a livello di alzato, e rigorosamente simmetrico, impostato su cinque campate con portone d'ingresso rimarcato da una cornice in pietra d'Istria che risalta, con il suo colore chiaro, sul fondo rossiccio del paramento in mattoni; tale portale è posto al centro del prospetto, e il suo asse verticale è anche linea di simmetria dell'intera facciala. La cornice ad arco di colore chiaro e le bugne a raggiera, che partono dalle piattabande delle aperture e dall'arco della cornice del portale d'ingresso, evidenziano l'impianto geometrico del basamento, lo statico equilibrio del vuoto delle aperture in rapporto alla consistenza dei maschi murari e la solidità della base d'appoggio. Nel prospetto sulla via dell'Antica Rocca le campate diventano sette mantenendo, pertanto, un asse di simmetria evidenziato, come nell'altro prospetto, dalla cornice del portone d'ingresso, realizzata, in questo caso, in laterizio a rilievo, sporgente dalla superficie muraria. Nei due prospetti due sono gli elementi che rompono l'impostazione classica basata su di una rigorosa simmetria: il balcone d'angolo ed il secondo ingresso posto sul lato della via dell'Antica Rocca. Quest'ultimo è definito da una cornice che risente, in qualche modo. ancora dell'influenza barocca. Infatti, il frontone, che rappresenta la terminazione superiore, è del tipo segmentale ad arco ribassato con apertura ellittica all'interno della lunetta e arco-piattabanda, nella parte sottostante, per consentire la realizzazione del varco dì accesso. La cornice del portone sulla via dell'Antica Rocca, per la notevole pendenza della strada posta in salita verso piazza Duomo, supera il marcapiano del primo livello per arrivare fin sotto al piano nobile. Tutte le finestre del palazzo e le due porti finestre sul balcone d'angolo, sono contonate da una cornice a rilevo, anch'essa realizzata in laterizio, con un grado di arricchimento versificato a secondo della localizzazione l'elevato. Intatti le cornici del primo livello, sostenute da un marcapiano orizzontale . Sono dei tipo semplice con gli angoli di spalla denziati; al piano nobile le cornici si arrichiscono di un davanzale posto a rilievo sulla fascia marcapiano e, nella parte alta, è inserita una cornice rialzata dal sottostante fregio; infine le finestre deil'ultimo livello, di dimensioni più ridotte, poste a ridosso dell'architrave del cornicione, presentano una semplice cornice con davanzale nella parte bassa e a questo livello, per non appesantire il prospetto e rimarcare la spinta verso l'alto degli alzati non e stata realizzata la fascia orizzontale di marcapiano. Il balcone d'angolo, posto quasi come collegamento fra le due tacciale, realizzato- naturalmente, al livello del piano nobile, è posto sulla parte destra guardando il prospetto su piazza del Municipio e sulla parte sinistra guardando il prospetto su via dell'Antica Rocca. Strutturalmente e realizzato con lastre in pietra d'Istria di spessore consistente, poste in sbalzo nella muratura e sorrette da una struttura in ferro battuto composta da elementi piatti disposti secondo i due lati lunghi, da nove mensole caratterizzate da una forma strutturalmente funzionale a sorreggere il peso le lastre di pietra con motivi ornamentali a ricioli e volute. Il parapetto, anch'esso in ferro battuto, riprende il motivo curvo e bombato delle mensole sottostanti. Il palazzo Briganti-Bellini, come molte architetture realizzate a cavallo fra XVII - XIX secolo, denota, a livello stilistico, grande rigore compositivo, di derivazione classica e rinascimentale, arricchito da elementi barocchi che ne esaltano e ne vivacizzano le geometrie..."
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