Associazione Bichi Reina Leopardi Dittajuti

LA FAMIGLIA FALCONI DI FERMO (1)

Gian Carlo FALCONI ERIONI, ha avuto la rara e stupenda idea di stampare, a proprie spese, due volumi che riproducono alcune carte dell'Archivio di Famiglia. Il titolo della pubblicazione, dalla cui pagine 3, 4 e 5 abbiamo tratto questo piccolo studio, sotto riportato, è :

CURIOSANDO IN UN ARCHIVIO DI FAMIGLIA TRA FRUSCII DI VECCHIE CARTE E ODORI DI UN ALTRO SECOLO

(Stampato nel mese di Luglio 1991 dalle Grafiche Bonassi di Campiglione di Fermo)

Di questo volume sono stati stampati 2.000 esemplari

Bellissima anche la dedica :

Alla Nobile Città di Fermo,
alma Patria della Famiglia,
ed al Piceno tutto, il cui passato ed il presente
conservano la storia e la vita
di tutti i suoi Figli.

 

Scrive l'Autore del libro a pag. 3 :

Il Marchese FILIPPO RAFFAELLI, bibliotecario di Fermo, nel suo lavoro di ricerca, compilato nel 1891, sulla storia e genealogia della famiglia, così tra l'altro si esprimeva :

''Posso esporre ed asseverare con certezza come questo Lodovico da Parma si trasferisse nelle Marche e stabilita la sua dimora in questa Città di Fermo fosse il capostipite dell'attuale nobile Famiglia FALCONI. Tale trasferimento da Parma a Fermo viene luminosamente provato dai seguenti fatti; La grande Signoria Viscontea dopo la morte di Galeazzo Visconti (1378), venuta in potere di suo fratello Giovan Galeazzo con quell'arte che l'opinione vergognosamente corrotta di quei secoli, come dice Cesare Balbo, chiamo virtù, che alcuni pochi ammirano ancor di soppiatto sotto nome di abilità, inanimì gli animi, e fu causa scemare la funestissima dispersione delle potenze d'Italia.
Assunto al pontificato, dopo la morte di Urbano V, Bonifacio IX, misurati i perigli di tante guerre che in quei tempi turbolenti sconvolgevano lo Stato della Chiesa, questo Pontefice mandò riformatore nel temporale e General Capitano dello Stato Ecclesiastico con titolo di Marchese della Marca, il suo fratello germano Andrea Tomacelli. Non lievi danni però esso apportò; e come se pochi fossero, altri se ne aggiunsero a far più misere queste già misere contrade della Marca. Gli Anconetani allora a garantirsi ancor meglio dallo sdegno del prepotente Marchese non si rimasero dallo stringere più fortemente la Lega con Ascoli e Fermo, e con quei nobili che avevano dominio di città e terre ragguardevoli con titolo di Signori e Vìcari.
Comune era il pericolo perché il Tomacelli con due altri Condottieri di masnada Azzo da Castello e Binda da Montalopelo non la sola Ancona minacciava molestava, ma quelli altresì, e pero fu facile convenire per la comune difesa e salvezza.
Il 23 Agosto 139Ì si concertò altra Lega tra i Comuni di Ancona, di Ascoli e di Fermo ed i Signori di Varano di Camerino, Chiavelli di Fabriano, Smeducci di Sanseverino, Cima di Cingoli, Simonetti di lesi, Ottoni di Matetica. A tale inaspettata novella il Pontefice Bonifacio IX ben conoscendo il carattere del fratel suo Andrea, con consiglio deliberò mandare succesivamente ad Ancona, ad Ascoli qual Nunzio Pontifìcio Lodovico da Parma per migliore informazione e per paterne esortazioni.
Da pubblici documenti si ha che venuto Lodovico al cospetto delle Signorie di queste Città ragionasse con tale destrezza, e dolcezza di modi, che i Magistrati di dette Città di Ancona, Ascoli e Fermo risposero con larghe azioni di grazie; giustificarono pienamente quanto avevano impiegato non per non insorgere contro la Chiesa, ma per garantirsi contro le violenze del Marchese, di cui lungamente descrissero le incomportevoli esorbitanze, e gl'indegni e tirannici modi.
Ma il Varano Signore di Camerino entrato in sospetto per quella venuta del Pontefice Messo, che lo si voleva opprimere, ed opprimere ogni altro Signore delle terre Città, pregò pregò che Ancona, Ascoli e Fermo operassero in modo che ad una concordia con il Marchese si venisse, se possibile era, e se nol fossero gli prestassero i promessi aiuti per respingere la forza con la forza.
Le dette città che bramose erano della concordia, e prestato aveano ascolto all'esortazione del Nunzio Pontefice, con tutto lo zelo si dettero a promuovere ed ultimare la bramata concordia, e ne stipularono il trattalo il di 8 Luglio 1392. (I Capitoli si custodiscono nell'Archivio Municipale di Ancona : e pubblicati dal Peruzzi: "Questi sono i capitoli fatti, ordinati e ragionati infra lo magnifico ed eccellente messer Andrea Tomacello Marchese della Marca da una parte, e lo nobile cavaliere messer Rinalberto da Todi ambasciatore del magnifico cavaliere messer Gentile da Camerino et li savi e discreti uomini Marinozzo di messer Niccolo d'Ancona, e sor Giuliano de Coluzio e ser Chirico di Brunetto ambasciatore del magnifico Comune di Fermo dall'altra parte")
Se dopo l'ambasceria di Lodovico, compita onorevolmente e con soddisfazione del Pontefice, egli si partisse dalle Marche e si restituisse a Parma o si verofermasse sua stanza a Fermo, e fosse il capo stipite della fermano famiglia Falconi, come abbiamo buona ragione a ritenere non ci è dato di poterlo documentare, poiché per mala ventura i libri delle Cernite, ossia degli atti Consiliari del Comune di Fermo, i quali hanno cominciamento con il giorno 2 Gennaio 1380. presentano lacune dal 1385 inclusive, e dal 1391 al 1403, come dal 1408 al 1446.
Abbiamo detto di avere buona ragione a ritenerlo capo stipite della Casa Falconi di Fermo, poiché come avvertimmo superiormente dai sopra citati scrittori Angeli, Morelli, Corto ed Ammirato esso viene cognominato dei Falconi, che questi era a Fermo nel 1391, e che dopo tale epoca non lo troviamo più negli atti pubblici per le lacune che in esso appaiono. I successori cominciano ad apparire nel volume V delle cernite sotto l'anno 1448, i quali tutti ricopersero le primarie cariche cittadine e così sino alla metà del secolo XVI.
Introdotti poi i Registri Parrocchiali, la serie dei Falconi viene regolarmente esposta con le necessario ed oppurtune annotazioni di nascite dimatrimoni e di morti".

La storia della famiglia, compilata dal Raffaelli (2) sulla scorta di documenti, continua ma non si vuole annoiare il lettore; è stata soddisfatta la sua curiosità e tanto basti. Gli autori - personaggi, dei quali ci serviremo, sono i nipoti di Francesco Maria Falconi ed Anna Maria Evangelisti (3), quest'ultimi vissuti nel 1700; essi ebbero ben tredici figli, di questi ne sopravvissero nove, sette femmine e due maschi.
Delle prime, due entrarono in monastero, una a Santa Marta e l'altra a Monte San Giusto, le altre andarono spose al Conte Grassi (4), al Conte Filippo Paccaroni (5), a Michele Leti Calvucci, a Filippo Graziani (6) ed a Franceso Antonio Graziani. Dei due maschi, uno divenne sacerdote, mentre il primogenito, Piergiovanni, nato nel 1743 .sposò Agnese Raccamadoro (7), Ebbero sette figli, dei quali ne sopravvissero cinque; di questi dovremo fare conoscenza diretta, per cui si passa alle presentazioni; Francesco, primogenito, nato il l6 settembre 1795, sposò nel 1845, già cinquantenne, Anna Erioni (8); Domenico, nato nel 1797, celibe; Luigi Raffaele, nato nel 1798, sacerdote, canonico della Chiesa Metropolitana di Fermo, che verrà indicato, per brevità, il "canonico"; Marianna, nata il 10 agosto 1800, andata in sposa nel 1826 al conte Luigi Pelagallo (9), insignita dell'onorificenza della Dama della Croce Stellata; Alessandro, nato il 15 aprile 1803, celibe, Guardia Nobile di Sua Santità e Cavaliere Commendatore del Sovrano Ordine Militare di Malta.

 

NOTE:  

(1) Ora Falconi Erioni, come si dirà appresso. NDR, risiede a Fermo nel Palazzo di Famiglia.  

(2) Famiglia originaria di Cingoli, Marchesi. Domiciliata attualmente ad Ancona. IL GRASSSETTO è del curatore del testo NDR
CCTUTTE LE ALTRE NOTE SONO DEL REDATTORE  

(3) Esiste in Fermo la Famiglia dei Conti Bernetti Evangelista, non sappiamo se sia la stessa cosa con questi Evangelisti.  

(4) Famiglia estinta nei Grisostomi Travaglino, che posseggono nella loro chiesa di Cupramarittima, un bel quadro del Beato Antonio Grassi. Ci CCsono anche altri eredi di questa antica Famiglia sempre a Fermo.
CCIl Beato Antonio Grassi entrò a 17 nella Congregazione dei Filippini (Congregazione dell'Oratorio). Fu eletto capo della Congregazione di CCFermo il 2 Febbraio 1635. Fu considerato "angelo della pace" per la mitezza con cui portò serenità in diverse famiglie prima in lotta fra di CCloro. Morì ottuagenario il 13 Dicembre 1671. Fu beatificato da Leone XIII nel 1900. La sua festa è il 14 Dicembre.  

(5)Famiglia ora estinta, rimane il bellissimo Palazzo in Corso Cavour di Fermo proprietà del Comune.  

(6) Ora confluita nei Colarizi Graziani, sempre a Fermo. Ha avuto numerosi uomini di letteratura, arte e politica.  

(7) Famiglia antichissima decorata con il titolo di Conte. Ha recentemente aggiunto il cognome Ramelli di Fabriano.  

(8) Risiede a Fermo.Famiglia confluita nei Falconi che per l'appunto si chiamano Falconi Erioni.  

(9) Una delle più antiche e floride Famiglie delle Marche, Decorate con il titolo di Marchese.
CCA Porto San Giorgio posseggono la stupenda e grandissima Villa Bonaparte, perché fatta costruire dal fratello di Napoleone primo e poi, dagli eredi, CCalienata ai Marchesi Pelagallo. Sono imparentati con le più grandi famiglie nobili della Nazione.

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